Serate 2012

Venerdì 13 Gennaio                  BRUNO BETTIO

SERATA SICUREZZA
Aggiornamento tecniche e sicurezza su sentieri attrezzati e vie ferrate.
Buon comportamento per una responsabile progressione.

La continua evoluzione delle tecniche di arrampicata su roccia e i risultati raggiunti nei convegni di studio dell’U.I.A.A. hanno portato, in questi ultimi anni, ad una profonda modificazione dei concetti sui quali s’imperniava, fino a poco tempo fa, la tecnica su roccia.
Le vie e sentieri attrezzati permettono mediante funi metalliche, chiodi e gradini di salire e superare anche le pareti più audaci, offrendo all’alpinista la sensazione dell’arrampicata in roccia.
I percorsi sono solitamente composti da difficoltà e varietà diverse tra loro e logicamente richiedono all’escursionista che li percorre differenti prestazioni.
La miglior progressione non consiste nella capacità alpinistica, ma piuttosto in un buon senso di “SICUREZZA”, assenza di vertigini e fermezza di piede nei tratti più esposti.
Speriamo sinceramente che il succo di questa serata offra all’escursionista/alpinista le nozioni fondamentali della sicurezza, saper valutare le proprie effettive capacità, il modo responsabile per la scelta di un giusto e opportuno percorso, dell’attrezzatura e compagni dalla conoscenza delle basi più elementari.

 

 

Venerdì 10 Febbraio                  GAM

LE ESCURSIONI DEL 2012 E NON SOLO
BILANCIO ANNO 2011 – REWIND GITE ANNO 2011
PROGRAMMA GITE PER L’ ANNO 2012 E MOLTO ALTRO

Come ogni anno anche quest’anno, finite le ferie di Natale e Capodanno, è giunto il momento di ritornare a parlare di montagna, rivedere per un attimo alcuni momenti della passata stagione escursionistica, e prepararci ad affrontare le nuove avventure della nuova stagione che oramai è alle porte.
Quale miglior occasione quindi per rincontrare gli amici che nel gruppo condividono la stessa passione, assistere alla presentazione delle nuove escursioni, condividere una piacevole serata con coloro che rappresentano l’essenza stessa, la vera filosofia del gruppo.

 

Mercoledì 29 Febbraio                      Ezio Berti

LASSU’ OLTRE LE NUVOLE
“I TREKKING DEI MIEI 14 OTTOMILA”
HINDUKUSH – KARAKORUM – HIMALAYA

Autentico cuore selvaggio dell’Asia, tre mastodontiche catene montuose che separano gli altopiani della parte centrale del continente Indiano, Pakistano e Tibetano, il più alto ed imponente della Terra.
Da ovest a est, si articola via via nelle catene dell’Hindukush, del Karakorum e dell’Himalaya.
Qui si trovano tutte le quattordici montagne del Pianeta che superano gli ottomila metri, oltre a decine e centinaia di vette di sei e settemila metri e più.
Ho percorso centinaia e centinaia di Km. su selvaggi sentieri, deserti d’alta quota, attraversato ghiacciai,scalato cime innevate, avventure memorabili nelle montagne più alte della Terra.
Un lungo e straordinario viaggio nella storia, nella civiltà e nella fede di antiche religioni di questi popoli delle montagne:il Buddhismo, l’Induismo e l’Islam.
La mia passione per la montagna ha origini lontane, per l’esattezza risale a più di 60 anni fa.
Negli anni 1950 – 51 – 52, frequentai per tre estati la colonia di PRADIBOSCO(Carnia), sono stati i tre anni più belli della mia giovinezza, vissuti con la spensieratezza di un undicenne alla continua scoperta di un mondo che mi si affacciava per la prima volta e che non conoscevo ma che tuttavia mi affascinava.
Ho imparato così a conoscere la montagna prima ancora di frequentarla .
Fu per me un’esperienza meravigliosa.
Di fronte alla colonia s’innalzava una ripida e pallida parete di roccia, (gruppo della Creta Forata), dal prato potevo osservare bene gli alpinisti che arrampicavano, ogni tanto sentivo il battito di un martello, udivo le loro concitate grida, “sono in sosta, mola tutto, recupera, parti, dammi corda”, (il gergo degli alpinisti), questo continuo dialogare intervallato da lunghi silenzi mi incuriosiva molto.
Un giorno, con grande timidezza, chiesi alla sig.ra Maestra il significato di quelle parole e lei, gentilmente, mi spiegò passo dopo passo il vero significato di quelle frasi….. non convinta che io avessi ben capito, mi prese per mano e mi portò nel salone della colonia, prese penna e quaderno, disegnò una montagna, poi tracciò una riga dall’alto in basso, (la corda), alle sue estremità disegnò due ometti e mi disse: ecco vedi questa è una cordata: allora sorridendomi mi mise una mano sulla testa, mi accarezzò e con voce ferma mi disse: “Dai dai Ezio, vedrai che un giorno anche tu potrai salire lassù”.
“Parole mai dimenticate.”
Passarono gli anni ed io continuavo andare in montagna.
Oggi, come allora, posso solo dire che il mio futuro era già segnato, tracciato su quel disegno della mia sig.ra Maestra.
La svolta avvenne quando un giorno ho fatto amicizia con un gruppo di alpinisti del G.A.S.V. (Gruppo Alpino Scaligero Verona).
Con loro mi si sono aperti nuovi orizzonti, nuove esperienze, mi buttai con grande vigore prima con facili pareti di roccia poi sempre più difficili – d’inverno e d’estate -.
Dopo tanti anni di esperienze in tutto l’arco alpino il passo è stato breve: nel 1988 ho fatto il primo trekking in Asia, poi tanti altri, sud America, Nepal, India, Pakistan, Mongolia ecc.ecc.
Negli anni novanta presi casa a S.G. Lupatoto, poco dopo entrai far parte nel gruppo G.A.M., nello stesso anno abbiamo organizzato il primo e difficile trekking del Karakorum (Pakistan), percorrendo il lungo ghiacciaio del Baltoro sino al campo base del K.2 e salendo la cima del Gondkhoro 5700 m. portando in vetta il primo gagliardetto del gruppo G.A.M. e del Comune di S.G. Lupatoto.
L’Himalaya resterà uno dei luoghi più remoti e misteriosi che io abbia conosciuto;
“lassù oltre le nuvole”, anche per me non è sempre stato facile calarmi in una realtà purtroppo completamente diversa da quella che mi aspettavo: quando arrivi lassù ti accorgi che c’è solo roccia, neve, vento e tanto freddo.
Un mondo tutt’altro che ospitale, difficile, a volte persino crudele, avvolto in un’atmosfera carica di un’energia mistica unica al mondo.
Il 29 di febbraio sarà per me una serata speciale, quasi una resa dei conti del mio repertorio di foto e di ricordi collezionati in 24 anni di trekking e spedizioni.
Col passar degli anni le ambizioni diventano sempre più modeste, e verrà il giorno in cui tutto dovrà essere ridimensionato.
Allora sarà il momento di alzare la testa per guardare le silenziose cime, che per tanti anni mi hanno accompagnato nel lungo cammino dei miei sogni; lo vivo in modo interiore tanto da goderne senza rimpianti per il passato.
Vi attendo numerosi!!!

PRESSO LA EX CHIESA DEL POZZO
Via Damiano Chiesa – San Giovanni Lupatoto

Venerdi 16 Marzo                      ROSA ANNA RACIOPPI

VIAGGIO IN LIBIA
DIARIO DI UN VIAGGIO EFFETTUATO DAL 7 AL 17 OTTOBRE 2010

Libia, terra di passaggio tra il Mediterraneo e il deserto africano.
Il deserto del Sahara ingoia oltre il 90% di questo paese, offrendo mari di sabbia grandi quanto alcune piccole nazioni europee.
Crocevia di storia, con le città di SABRATHA e CIRENE e i loro antichi splendori risalenti alle civiltà fenicia, cartaginese e romana; luoghi dove la storia prende vita, come a LEPTIS-MAGNA, attraverso la straordinaria quantità di monumenti: l’arco di Settimio Severo e le terme di Adriano, il Foro dei Severi e lo splendido anfiteatro, tra i più antichi del mondo, in grado di [si narra potesse] ospitare fino a 16.000 spettatori!
La capitale Tripoli non è da meno, con la sua Piazza Verde, il quartiere italiano, la moschea e il Museo Nazionale, dove si possono ammirare i bellissimi mosaici delle antiche ville costiere.
È difficile non rimanere affascinati da Jebel Acacus dove la sabbia color oro si fonde con il colore nero dei vulcani estinti e dove le più belle gallerie d’arte open air offrono importanti esempi di arte rupestre.
La visione dei laghi di Umm al Maa, Gabroun e Mandara, orlati di palme e circondati da dune di sabbia, nel cuore del deserto lasciano sbalorditi coloro che li ammirano.
L’importante città di Germa, antica capitale del popolo dei Garamanti, spicca per il suo interessante museo e i resti archeologici di epoca romana, quando la città prendeva il nome di Garama.
Incantevole è infine la città di NALUT, la città granaio, snodo fondamentale delle comunicazioni e dei commerci tra l’oasi di Ghadames e il mare; Ghadames, infatti, per secoli è stata un importante centro commerciale e mercato di schiavi, una stazione carovaniera che collegava diverse aree dell’Africa con il Mediterraneo, e oggi è Patrimonio mondiale dell’Unesco.

 

Mercoledì 11 Aprile                    CECCHINI GABRIELLA

IL VIAGGIO COME METAFORA DELLA VITA
RELATRICE: PAOLA SOFIA BAGHINI

“Ogni giorno è un viaggio
e il viaggio stesso è casa”
Matsuo Bash..
Il viaggio, in tutte le sue accezioni, è un percorso a tappe, siano esse concrete o spirituali.
Per poter ritornare bisogna percorrrere queste tappe e acquisire esperienze, ma soprattutto bisogna aver preso le distanze dal nostro punto di partenza.
Viaggiare, come vivere, significa oltrepassare confini anche e soprattutto simbolici.
Un tempo le tappe della vita, come ad esempio il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, erano segnate dai cosiddetti riti di passaggio, allo stesso modo in cui, recandosi in un paese straniero, si può oltrepassare il confine dopo aver ottemperato ad alcune formalità.
La porta costituisce il limite più familiare tra il mondo conosciuto e quello estraneo, sia la porta di casa che quella di un tempio, in cui essa segna il confine tra il mondo sacro e quello profano.
Oltrepassare la soglia, dunque, significa aprirsi all’eventualità.
Qualsiasi viaggio, metaforico, letterario o propriamente fisico-geografico, comporta dei cambiamenti che spostano continuamente il nostro orizzonte e la meta che ci siamo prefissati è semplicemente l’impulso ad affrontare il cammino.
L’essenziale è il percorso con le sue difficoltà e le sue sfide, le possibili relazioni con altri viaggiatori, l’incanto di un paesaggio che ci trattiene in una sosta non prevista.

 

Mercoledì 16 Maggio               FRANCO BOTTAZZI

COSE VERE
LA VALLARSA E IL MONTE CORNO 1916-1917

Cose Vere, recita il sottotitolo del libro di Carlo Pastorino, LA PROVA DEL FUOCO.
Lo scrittore, ufficiale durante la grande guerra scrisse ciò che aveva vissuto in quel periodo in una valle del Trentino, la Vallarsa, valle del fiume Leno che divide il massiccio del Pasubio da quello del Carega.
Durante la serata il nostro socio e amico Franco Bottazzi, avvalendosi di questo bellissimo libro, ci accompagnerà a ritroso nel tempo sui sentieri e nelle trincee che hanno visto la vita e la morte di tanti soldati.
Pastorino non ci nasconde nulla di questa terrificante realtà, che ci rappresenta con parole semplici, quelle che servono per il realismo del momento, mai utilizzando parole d’odio per i nemici dei quali in più occasioni ha colto l’umanità.
Un viaggio virtuale, su queste montagne che hanno visto la sofferenza ed il sangue di tantissimi semplici uomini, un viaggio che però diventerà reale, per chi vorrà vivere l’esperienza, Domenica 27 Maggio quando, sempre sotto la guida esperta del nostro amico Franco, ci sarà la possibilità di partecipare ad una bellissima escursione che ci porterà a camminare sui sentieri e nei luoghi che sono stati teatro degli eventi raccontati da Carlo Pastorino nel suo libro.
Un’esperienza che noi tutti ci auguriamo possa contribuire a farci capire che il ricordo della grande guerra non è “storia vecchia e inutile”, ma un valido strumento per ricordare a tutti noi e alle generazioni future quanto assurda, dolorosa e inutile sia la guerra, grande o piccola, lontana o vicina che sia.

 

Venerdì 16 Novembre                  SILVIETTO LOVATO

ORISSA
L’ANIMA TRIBALE DELL’INDIA

Racconto di viaggio in Orissa, una delle regioni dell’India meno conosciute e più interessanti, dove sono presenti sessantadue differenti tribù, ognuna con caratteristiche culturali, modi di vita e lingue diverse.
Abbiamo visitato tribù legate ai riti ancestrali della madre terra, tribù che si sono convertite al Buddismo e all’Induismo; abbiamo trovato nella foresta una capanna sacra con all’interno un grande murales dove vi erano raffigurate decine di allegorie, e osservandolo bene ognuno di noi poteva trovare in esso motivo e spunto di riflessione e preghiera, tale era il suo significato universale.
E’ stato un viaggio molto intenso soprattutto dal punto di vista culturale e religioso.

Venerdì 14 Dicembre                  GAM

SULLA STRADA DI MARCO POLO

Mi sembra ieri quando in una tenda a 4200 m sul monte Ararat in una bufera di neve ,che ci bloccò per due giorni, Renato ed io cominciammo a fantasticare e a condividere questa avventura in bici sulla via di Marco Polo.
Mi auguro che gli Dei siano buoni con noi 2 bike-pellegrini e che il clima, metereologico e politico,che troveremo non siano dei più ostili e spero e mi auguro che il mio amico Claudio ,il mitico Prynci, dia alcune dritte al mio angelo custode perchè lui ,di biciclette ne capisce poco…….”
Scriveva così Gianni qualche giorno prima della partenza nel Febbraio 2008 da Verona con destinazione Pechino, viaggio di ben 13760 Km. in bicicletta lungo la mitica Via della seta.
Con la sua mountanbike nel 1988 è arrivato al campo base dell’Everest.
Negli anni novanta ha fatto il periplo dell’Islanda.
Dopo il viaggio in bicicletta a Pechino, su insistenza degli amici, ha pubblicato per la Jago Edizioni il libro “Sulla strada di Marco Polo”.
Nel 2011 sempre per la stessa casa editrice ha pubblicato “I Vagabondi dello sci” dove narra dei suoi viaggi con gli sci alla ricerca della powder nel mondo.

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